Palazzo Alfieri Galli

Crediti

Anno: 2010-2016

Sito: Italia - L'Aqula (AQ)

Committente: Consorzio Cimino-Crispomonti

Programma: Restauro e miglioramento sismico edificio residenziale storico

Budget: 8.832.570 €

Status: Cantiere

Team: Architettonico: Dunamis Architettura - Strutturale: Proteo Associati - Collaboratori: Olimpia Castellano, Emanuela Ciocca, Nicoletta Colagrande, Chiara Colapietro

Il palazzo, situato nel centro storico di L’Aquila al margine fra via Cimino e Costa Masciarelli, è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2009. L’edificio si sviluppa su tre livelli principali fuori terra oltre ad una serie di ammezzati, sia di origine antica che realizzati in epoca recente. L’impianto a L dell’intero aggregato è ricompreso fra via Cimino e via Crispomonti, a pochi passi dalla piazza centrale del capoluogo, e si sviluppa attorno alla corte principale, alla quale si accede dal portale monumentale. Il progetto affronta nel dettaglio le problematiche evidenziatesi nel corso degli studi preliminari e, dal punto di vista architettonico, focalizza l’attenzione su temi fondamentali quali il restauro dei fronti esterni, la reintegrazione delle lacune lasciate in eredità dai crolli e la riconfigurazione di alcuni nodi non risolti a causa delle successive trasformazioni subite negli anni.
Fra i temi di reintegrazione spicca quello della corte principale dove è prevista la sostituzione dei volumi in aggetto e la valorizzazione del loggiato al piano nobile. I corpi sospesi occupano l’intero primo livello sul prospetto sud e ripiegano per un piccolo tratto lungo il fronte ovest; sorretti da un sistema a mensole metalliche e voltine in foglio, sono oggi richiusi da un’esile tamponatura in mattoni e da una falda poco inclinata coperta da coppi. Nell’angolo sud-est il volume, aggiunto nella prima metà del XX secolo, impatta in corrispondenza della terza e ultima arcata del loggiato, richiusa da una tamponatura e aperta sulla corte attraverso una finestra incorniciata da un imbotte modanato (certamente di reimpiego). Questo ‘scontro’ è reso tale da una mancata compatibilità fra le geometrie che caratterizzano i due elementi architettonici, con il risultato di penalizzare l’armonia dei ritmi sui quali è tessuto il pregevole colonnato a due ordini. L’intervento prende le mosse dalla necessità di procedere alla completa rimozione della struttura esistente, mostratasi inadeguata sia dal punto di vista strutturale che costruttivo e, parallelamente, dalla volontà progettuale di risolvere la coesistenza del loggiato e del vicino volume sospeso. Il nuovo corpo di fabbrica è realizzato con copertura piana e con struttura in acciaio che richiama l’esistente senza però riproporre l’incerto ritmo delle mensole. Sul fronte verso la corte, il volume è tagliato da un’incisione a C, che prosegue sul prospetto sud il tracciato del marcapiano del loggiato, mutandolo da elemento aggettante in elemento scavato. Questo segno orizzontale produce un lieve sfalsamento fra i piani con un arretramento della parte inferiore, concepita come una nuova porzione di parapetto.