Il principale obiettivo dell’intervento è rendere l’area NSC uno spazio al contempo urbano e produttivo, ricco
di influenze sociali e architettoniche. A questo scopo occorre ripensare la produzione, il paesaggio urbano, e la vita della città. La strategia scelta è quella di abbandonare l’idea della mono funzione, virando verso un distretto che abbracci il concetto di Multi-Mix per creare edifici plurifunzionali che possano essere vissuti da più cittadini nelle differenti fasce orarie della giornata. Il cuore del quartiere è una grande piazza di forma quadrata concepita a ridisegnare lo spazio racchiuso fra gli edifici, di recupero come di nuova realizzazione. Il paesaggio urbano è caratterizzato da una nuova “cattedrale produttiva”, ecologica e sostenibile, attorno alla quale il distretto NSC vive quotidianamente, superando i vecchi limiti che definivano l’insediamento produttivo e allargandosi alla città circostante. La nuova cattedrale ospita una cooperativa vinicola in grado di promuovere e sviluppare ulteriormente l’economia vinicola della regione alsaziana e divenire, al contempo, un nuovo punto d’incontro dove ricerca e produzione possano confrontarsi e trainarsi vicendevolmente. L’edificio costituisce il nuovo landmark urbano, collocato in un’area poco distante dal centro storico, che rappresenta una cerniera fra l’abitato consolidato e la zona di espansione del borgo.
La copertura della cantina reinterpreta il motivo seriale degli shed che caratterizzano l’intera area, ma lo rielabora attraverso un lento digradare verso il terreno che rende un’area del tetto accessibile direttamente dallo spazio pubblico e nella quale la serialità dei lucernari è sostituita dal ritmo dei filari di vigne, destinati alla formazione dei viticoltori della vicina wine academy. L’area di progetto ambisce a divenire un hub per la città nel quale connessioni sociali, fisiche o soltanto visive, legano spazi e nuovi funzioni, al fine di mediare e agevolare l’interazione fra le campagne e il centro abitato.
La sostenibilità del nuovo quartiere si basa sui processi di riciclo all’interno del distretto stesso dei sottoprodotti della lavorazione vinicola. Ogni tipo di prodotto, un tempo considerato uno “scarto”, è reimpiegato in un apposito impianto, dalla cartiera alla fabbrica di cosmetici naturali. Questa filiera, tutta locale, è introdotta tanto negli edifici di nuova realizzazione quanto in quelli storici, garantendo a questi ultimi una maggiore fruibilità e, al contempo, permettendo il recupero dell’intero sito e la sua trasformazione in un polo ibrido a carattere urbano- produttivo.