Il progetto nasce dalla volontà di dar vita a un luogo di incontro, di condivisione e scambio di idee. Una sorta di grande piazza dedicata alla crescita individuale e di gruppo. Una piazza luminosa, libera e costantemente piena di attività, viva, dove la natura possa entrare e guidare lo sguardo, dove penetri la luce filtrata dalla vegetazione circostante. Come ricordato dalla celebre frase di Bruno Munari, il cerchio è la forma primitiva per eccellenza, già presente nella coscienza di ognuno di noi fin dall’infanzia.
Un cerchio è, da subito, nell’immaginario comune, un luogo che accoglie, raccoglie e protegge. Il progetto propone un organismo architettonico interamente caratterizzato da forme circolari, parzialmente nascosto dal terreno e che accoglie al proprio interno alberi e giardini. Il rapporto dell’edificio con il suolo e con il contesto è mediato dalla creazione di una “duna” artificiale che circonda come un anello l’edificio, svelandolo gradualmente alla vista di chi si avvicina lungo il percorso di accesso. L’intera struttura promuove un concetto di didattica basata sulla teoria del “learning landscape” che teorizza ambienti interni interamente visibili e strutturati per l’apprendimento, fondati sull’apertura e la trasparenza e che prevedano spazi didattici svincolati dal tradizionale concetto di aula. Sia gli spazi per la didattica frontale, sia gli spazi riservati all’esplorazione, che gli spazi informali, riservati al gioco e alla socializzazione, sono raccolti attorno ad un’ampia agorà centrale, che incarna il luogo della condivisione e del confronto con le realtà esterne al contesto scolastico. Spazio interno e spazio esterno sono stati dunque concepiti insieme, dando continuità formale ed invitando allo scambio. Il filtro tra costruito e natura, tra struttura e lotto, è una parete vetrata continua, il cui ritmo serrato è scandito dai montanti degli infissi, i cui telai alti e snelli richiamano la trama di un bosco di montagna.
Il passaggio interno-esterno è ulteriormente mediato dal grande disco di copertura posizionato eccentricamente rispetto alla base e che aggetta esternamente, allo scopo di schermare le chiusure vetrate. Al coronamento, il disco di copertura si sfoglia in due strati, ad assottigliare e dissolvere il pacchetto di copertura nel contatto con il cielo. La superficie superiore del tetto è interamente ricoperta a verde con un tappeto tipo sedum, realizzato con l’impianto di vegetazione locale. All’interno l’agorà centrale è disegnata e circondata da grandi pareti curve, rivestite in legno chiaro, che definiscono delle “bolle’’ dove sono racchiusi tutti gli ambienti della didattica e dei servizi.